mercoledì 18 marzo 2015

Javier Zanetti




Javier Zanetti è nato a Buenos Aires il 10 agosto del 1973, da Rodolfo Ignacio Zanetti e Violeta Bonazzola, ma è in provincia dove lui crebbe, nel sobborgo portuale del Partido di Avellaneda, Dock Sud. Prese il secondo nome Adelmar da un medico che gli salvò la vita da neonato, quando aveva dei problemi di respirazione.
È il fratello minore di Sergio, anch'egli calciatore, e poi allenatore dell'Inter Juniores Berretti.
È di origini friulane, essendo il bisnonno, Paolo Zanetti, originario di Sacile in provincia di Pordenone
Si appassionò al calcio da bambino, quando l'Argentina di Kempes e Passarella vinse in casa il campionato mondiale di calcio. Abitando nel dipartimento di Avellaneda, Zanetti incominciò a tifare per una delle squadre di casa, l'Independiente, che tra l'altro durante gli anni settanta aveva dominato la scena nazionale e internazionale, vincendo 2 Tornei Nacional, 2 Tornei Metropolitano, 4 Coppe Libertadores, 3 Coppe Interamericane e 1 Coppa Intercontinentale.
Durante un anno di inattività, causato dal suo gracile fisico, aiutò suo padre muratore a lavorare nei cantieri, ed è anche grazie a questo lavoro che Zanetti riuscì ad aumentare la propria massa muscolare e l'altezza. In particolare, a 14 anni pesava 35 chili ed era alto 145 centimetri, allora il medico dell'Independiente gli suggerì una dieta a base di proteine, soprattutto ceci, latte e lenticchie. Tornato a giocare a calcio, nel Talleres, dove però non aveva un contratto professionistico, per aiutare economicamente la famiglia divenne prima un postino, aiutando suo fratello Sergio, poi "ragazzo del latte" insieme a suo cugino Carlo, lavorando dalle quattro alle otto di mattina. Dato che la situazione per il giovane era divenuta insostenibile, la dirigenza del Talleres gli fece firmare il suo primo contratto da professionista.
Durante la sua permanenza a Remedios de Escalada prese il vezzeggiativo Pupi del fratello Sergio appena ceduto, necessario in quanto in squadra oltre a lui, c'erano ben cinque Javier. Invece fu Víctor Hugo Morales a soprannominarlo El Tractor, in lingua italiana il trattore, grazie alle sue gambe possenti e alle sue corse sulle fasce.
Nel 2009, è uscita la sua autobiografia Capitano e gentiluomo, edita da Rizzoli, mentre nel novembre del 2011 è stato pubblicato 757 Record di fedeltà - I giorni di Zanetti, libro edito da Skira che ripercorre tutta la sua carriera in nerazzurro dall'arrivo nel 1995 al record delle 757 presenze.
Il 30 maggio 2011, poche ore dopo la conquista nerazzurra della Coppa Italia, la madre di Zanetti, Violeta, venne a mancare a Buenos Aires a causa di un infarto. Qualche mese più tardi Zanetti raccontò che un ricordo su sua madre al quale è più affezionato arrivò proprio prima che lei morisse; la donna, infatti, dopo la vittoria in Coppa Italia, gli inviò un messaggio con scritto: «Figlio, complimenti, sono felicissima per te... Ti voglio bene!». L'argentino però, non ebbe la possibilità però di rispondere a tale messaggio, perché durante quella notte sua madre spirò.
Nell'aprile del 2012 ha aperto nel quartiere Brera di Milano un ristorante insieme a Esteban Cambiasso, il Botinero.
Nell'ottobre 2013 esce la sua seconda autobiografia, scritta in collaborazione con il giornalista Gianni Riotta, Giocare da uomo.
Vive sul lago di Como, a Moltrasio, dopo aver vissuto sette anni a Cernobbio

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